Diciamolo subito: oltre ad una certa soglia di età, riuscire ad ottenere un Prestito, in Italia, è una vera impresa.
MOLTO, MA MOLTO DIFFICILE.
Un Prestito Tradizionale ( da pagare con il conto bancario, o bollettini ), neanche a parlarne: se a fine prestito l’età supererà i 70 o 75 anni ( a seconda degli Istituti ), meglio metterci una pietra sopra.
La Cessione del Quinto della Pensione ( leggi quì ) può portare fino al massimo agli 85 anni
( sempre a fine ammortamento previsto ).
Ma non sempre è erogabile: non può, di norma, insistere su pensioni di invalidità,
oppure troppo basse ( sotto i 505 euro, al netto della rata ).
E poi capita spesso che molte persone anziane abbiano già utilizzato lo strumento, per la durata massima consentita ( 10 anni ).
QUINDI NON SONO IN CONDIZIONI DI RINNOVARLO
( perchè non sono passati i 4 anni di legge )
OPPURE E’ TROPPO TARDI PER FARLO
( perchè la nuova operazione supererebbe gli 85 anni, alla fine ).
Le persone anziane hanno necessità finanziarie uguali o addirittura superiori a quelle più giovani.
In primis, per motivi di salute ( propria o dei propri familiari ).
Poi, per l'obiettiva ristrettezza della maggior parte degli assegni pensionistici.
Ed infine, perchè sempre più spesso, in questi anni, sono stati loro a "salvare la baracca" in famiglia, spendendosi a favore dei figli o dei nipoti in difficoltà, a causa della crisi e della perdita di molti posti di lavoro ( o della difficoltà a trovarlo, un lavoro ).
ORA, A LORO, CHI CI PENSA?
In Italia una legge del 2005 ( la n. 248 del 2 dicembre ) ha introdotto il c.d. MUTUO VITALIZIO: una forma di finanziamento legato alla proprietà di un bene immobile.
Diciamolo subito, un flop assoluto, vuoi per la fragilità della norma, vuoi per l'impreparazione degli Istituti bancari dedicati ( uno specializzato è addirittura fallito nel 2012 ).
Lo strumento nasce a cavallo fra Stati Uniti e Gran Bretagna ( ove si stima potrà interessare quasi la metà degli Over 60 Inglesi entro il 2026 ).
Solo nel febbraio 2016 la normativa è stata rivista, trovando un quadro più coerente e profittevole per tutti.
E le banche stanno cominciando ad erogarlo effettivamente.

Di cosa si tratta?
SOSTANZIALMENTE, UN PRESTITO SENZA RATA DA PAGARE.
La Banca valuta ( con propria perizia ) la casa di proprietà della persona Over 60.
E concede una somma di liquidità pura, commisurata percentualmente al valore della casa ed all'età del richiedente.
MAGGIORE E' L'ETA', MAGGIORE LA PERCENTUALE CONCESSA
( tra il 15 ed il 50%, di massima ).
Nessuna rateazione da pagare, anzi: la possibilità di utilizzare quanto ricevuto per saldare altri impegni e tornare a vivere con serenità.
Ok, MA CHI ( RI ) PAGA QUESTA SOMMA, alla fine?
Il richiedente ( ed il coniuge ), assolutamente no: è come una vendita della nuda proprietà, di fatto nessuno viene allontanato dalla propria abitazione, vita natural durante.
Ma al momento del decesso, chiaramente la banca ( che ha iscritto Ipoteca avanti al notaio ) chiederà AGLI EREDI il conto.
Ovvero la somma concessa, maggiorata dagli interessi previsti nel contratto e calcolati dal momento della erogazione fino al decesso del beneficiario.
AGLI EREDI DUE OPZIONI:
A) Pagare il debito, ed acquisire la piena disponibilità del bene.
B) Vendere l'immobile, ed accontentarsi della Sola Differenza tra quanto incassato dalla vendita ed il debito residuo della banca.
Occhio: se dalla vendita del bene non derivasse una somma sufficiente ad estinguere il residuo della banca, sarà quest'ultima a rimetterci, senza chiedere la differenza agli eredi.
INSOMMA, GLI EREDI VEDRANNO DIMINUIRE LE PROPRIE SPETTANZE
( in funzione di quanto anticipato a suo tempo )
MA NON POTRANNO RIMETTERCI IN PROPRIO.
Di fatto, la persona anziana ( almeno Over 60, senza limiti di età superiore ) anticipa e liquida una parte del proprio patrimonio, penalizzando gli eredi.
Esattamente come hanno fatto molte persone anziane nel corso degli anni, in maniera inversa: si sono impoverite, per dare una mano a figli e nipoti in difficoltà, spesso senza questi ultimi volessero, o potessero, ripagare i loro sforzi.
UNA SORTA DI GIUSTIZIA INTER- GENERAZIONALE.
Ne deriva che, dopo l'erogazione del Prestito Vitalizio, il proprietario della casa vede limitata la portata dei propri diritti ( pena la risoluzione del contratto ): per esempio, non potrà concedere ulteriori ipoteche di secondo grado sul bene, nè vendere l'immobile, e nemmeno darlo in locazione.
TUTTO LOGICO, CHIARAMENTE.
Come sempre in Italia, il problema con questi strumenti appare di tipo culturale.
Per una persona anziana, l'idea di penalizzare un figlio appare del tutto carica di potenziale senso di colpa.
E la Casa, nel nostro paese, non viene vista come un semplice cespite del patrimonio ( soldi, insomma ), bensì come un agglomerato di sentimenti legati alla famiglia ed alla identità stessa della persona.
Per questi motivi, appare difficile ipotizzare per il Mutuo Vitalizio lo stesso successo incontrato nei paesi anglosassoni.
E sarebbe un peccato.
Perchè sulla pelle di molti anziani in questi anni si è molto giocato, scaricando sulle loro spalle ( già fragili ) il Peso di una Crisi sociale senza precedenti.
Per poi, puntualmente, lasciarli soli con le bollette da pagare ed gli esami da prenotare, nell'Inverno della loro Vita.
Se alcuni di loro decidessero di pensare un pò a sè stessi,
qualcuno potrebbe biasimarli?
