Chi rinegozia una operazione di Prestito ( specie la Cessione del Quinto o assimilate di Prestito Garantito ) contratte tra il 2011 ed il 2013, lo sa bene.
Oggi i Tassi medi, applicati dalle migliori agenzie e finanziarie, non sono neanche paragonabili a quelli di allora.
Nel senso che sono decisamente più Bassi.
Ma quando durerà ancora?
Questo è accaduto perchè, in quegli anni ( 2011- 2013 ), il nostro paese era nell’occhio del ciclone di una speculazione finanziaria che lo vedeva ( a torto oppure a ragione ) come l’anello debole dei Paesi europei ad alto debito ( con l’eccezione della Grecia, ovviamente ).
Quando questo succede, una delle conseguenze è il rialzo del tasso dei Prestiti, sotto qualsiasi forma, per coprire il maggiore costo bancario dell’approvvigionamento del denaro e, soprattutto, il maggiore rischio percepito nei confronti della clientela.
Crisi economica vuol dire perdita di posti di lavoro.
E gente che non paga, o paga peggio, i Prestiti che ha o che vorrebbe contrarre.
Anzi, da allora, oltre che un deciso rialzo delle condizioni, l’effetto avverso è stato una netta sterzata degli esiti circa le domande proposte dalla clientela: verso, inutile dirlo, una maggiore incidenza di dinieghi e declini.
Ma negli ultimi 2 anni la musica ( finalmente ) è cambiata.
Una corsa continua verso la discesa dei Tassi applicati, mai così favorevoli come ora.
Il Merito? E' di un Italiano.
Mario Draghi, ovviamente.
Il Governatore della Banca Centrale Europea ha imposto ( nonostante le resistenze fortissime subite, specie dai rappresentanti di Germania ed Olanda ) una iniezione di liquidità molto significativa verso i Paesi aderenti alla Ue.
Con vari effetti.
Diminuzione del costo del denaro per le banche.
Anche con una percezione inalterata del rischio sulla clientela, avere a disposizione sul circuito Interbancario denaro a tassi molto bassi ha significato politiche ( moderatamente ) più espansive sul fronte del credito, e soprattutto TAN relativamente bassi.
Attenuazione del Rischio Paese.
Parliamoci chiaramente: per molti partner europei, l'Italia nella UE non ci deve stare.
Paese senza crescita significativa, alieno da qualsiasi innovazione e riforma di sistema, zavorrato da un altissimo debito storico ( da rifinanziare continuamente sul mercato delle obbligazioni pubbliche ).
Finchè rimaniamo ancorati all'ombrello di Draghi, minore è il rischio di attacchi speculativi ( che periodicamente si concentrano sul membro debole del branco: quello malato, lento, claudicante, sempre a rischio di essere lasciato indietro, al suo destino ).
ORA, QUESTO QUADRO RELATIVAMENTE POSITIVO,
QUANTO POTRA' DURARE ANCORA?
La risposta, ahinoi, è: ancora poco.
Primo, perchè il QE ( l'ombrello di liquidità di Draghi ) sta per finire.
E nonostante ciò, la situazione traballante di molte banche è ben lungi dall'essere risolta.
Basti pensare a VenetoBanca e Banca Popolare di Vicenza, di cui si attendevano le nozze e di cui si teme la sempre incombente procedura di Bail In ( e non stiamo parlando di Banca Etruria... ).
Secondo, perchè a breve ( al massimo, nella prossima primavera )
in Italia si tornerà a votare nelle Politiche.
E che, comunque ognuno la pensi, con ogni probabilità il prossimo quadro politico sarà estremamente confuso e difficilmente dalle urne uscirà una maggioranza parlamentare coesa e logica ( anzi... ).
In altre parole, stiamo tornando alla Tempesta Perfetta del 2013
( solo che stavolta potrebbe essere molto peggio ).
E' realistico quindi attendersi un trend di Tassi al Rialzo nei Prestiti nei prossimi mesi o anni: e non si tratta di essere pessimisti, ma di guardare ai fondamentali di quello che ci aspetta ( sperando di sbagliare, ovviamente ).
Quindi chi oggi procastina la valutazione in materia di Prestiti,
immaginando che la "bolla positiva" degli ultimi anni sia destinata a durare ancora,
FORSE potrebbe fare molto male i propri conti.
IL CONSIGLIO?

CHI PUO',
SI MUOVA SUBITO.